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Marketing e Comunicazione | Post di Sbertani

Tutti hanno un target, importante è conoscerlo… e riconoscerlo.

Qualche giorno fa, girando su YouTube, mi è capitato di commentare un video di un content creator che mostrava e commentava, a sua volta, un canale dedicato ad esperimenti con tecnologia vintage e obsoleta. Questo video mi aveva particolarmente incuriosito in quanto l’autore mostrava apparentemente di non comprendere l’utilità del canale in oggetto, tra l’altro molto seguito.

Il mio scopo era fare comprendere come quel canale fosse destinato ad un pubblico con passioni diverse rispetto a quelle di chi lo stava in qualche modo giudicando, e per fare questo ho tirato in ballo il concetto di “target”.

La reazione un po' inattesa dello youtuber “vintage”, quello per intenderci sotto esame, non si è però fatta attendere. La sua risposta è stata: ”io non ho un target”.

Proviamo un attimo a fare ordine, magari partendo dal significato alla parola “target”. La Treccani, tra le varie definizioni, riporta ”fascia dei potenziali acquirenti di un prodotto, o della clientela a cui un messaggio pubblicitario può essere indirizzato, o più genericamente dei particolari ascoltatori a cui un messaggio radiotelevisivo è diretto”.

Il target è pertanto una fascia di potenziali ascoltatori a cui un messaggio radiotelevisivo è diretto. Parte dal trasmettitore e arriva al ricevente, soggetto che certamente deve essere predisposto e interessato a recepirlo.

Ragionevolmente, quando prepariamo dei contenuti pensiamo a chi potrebbero interessare e, semplificando, facciamo quello che nel marketing viene definito “targeting” (in italiano targhetizzazione), cioè quell’azione che si posiziona poco prima delle azioni di segmentazione (suddivisione del target) e di prioritizzazione (scelta del segmento target primario).

In pratica, tornando al nostro caso pratico, fatto cento il pubblico composto dagli utenti di YouTube, ci rivolgeremo solo a quelli che pensiamo possano essere interessati ai nostri contenuti.

Il fatto di rispondere, al mio commento, di non avere un target, potrebbe in un certo senso corrispondere al vero. Probabilmente è uno di quei casi dove il content creator inizia a postare i propri video senza pensare al pubblico, perché animato da scopi non imprenditoriali ma amatoriali, e quindi dal semplice desiderio di raccontare se stesso e le proprie passioni.

Ma ciò detto, chi guarderà i nostri contenuti non sarà certamente il cento per cento degli utenti della piattaforma, ma una parte. Ecco: volente o nolente questo è il nostro “target”. In pratica sono quelle persone che condividono le stesse nostre passioni, che hanno interesse nei temi da noi trattati e che ci guardano e apprezzano. Non possiamo piacere a tutti.

Sono quegli utenti che alla fine, se siamo bravi, proveremo a coinvolgere sollecitando i loro commenti, ai quali chiederemo di attivare la campanella, proporremo un gadget, un prodotto sponsorizzato, l’iscrizione a Patreon o cose del genere. Detto in modo diretto, ai quali venderemo il nostro prodotto. Non a caso YouTube inserisce nei nostri video le sue pubblicità che permettono di monetizzarli.

In conclusione, quando comunichiamo ci rivolgiamo sempre ad un pubblico specifico. Questo pubblico è il nostro target.

Ora non facciamo finta di non saperlo.


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Aggiornato il 10-02-2024

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